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Paolo Cavagnini

VESAK. Comprendiamone la storia ed il significato

Aggiornamento: 7 mag 2021


In occasione della prima luna piena del mese Lunare chiamato Vesakha in lingua Pali, viene celebrata la più importante ricorrenza Buddhista in tutto il mondo: il Vesak

Nel calendario solare gregoriano utilizzato in occidente, tale periodo cade fra la fine di aprile e l’inizio di giugno.


Il Vesak venne ufficializzato durante un consiglio Buddhista di tutte le tradizioni tenutosi in Sri Lanka e dal 2000 anche le Nazioni Unite ne hanno stabilito l’ufficialità definendolo come “Giornata Buddhista Mondiale”.

Questa particolare giornata celebra i Tre Avvenimenti della vita di Buddha più preziosi per ogni suo Discepolo, la Nascita, il Raggiungimento dell’Illuminazione e il Suo Parinirvana, o in termini più semplici il momento in cui abbandonò il corpo e morì.

La Sua Nascita è per ogni Buddhista molto preziosa in quanto se Egli non avesse scelto di venire tra noi, non avremmo mai conosciuto il Suo Straordinario Insegnamento.

Nel 566 A.C. la Regina Maya durante una passeggiata in uno dei boschi intorno al palazzo nella città di Lumbini in Nepal, diede alla luce l’allora Siddharta Gautama, il quale venne al mondo senza indurre alcuna sofferenza alla madre durante il parto.

Appena nato, compì immediatamente alcuni primi passi e disse ai numerosi esseri intervenuti ad assistere la sua miracolosa nascita di essere il supremo liberatore di questo mondo.

Questo ci permette di comprendere molto facilmente che Egli nacque già come essere illuminato (secondo la tradizione tibetana; altre tradizione di matrice Theravada per lo più sostengono che nacque esattamente come essere umano e poi raggiunse l’illuminazione), ma scelse dopo questo primo miracolo di vivere come neonato e normale essere umano, per mostrare all’umanità il modo in cui ogni singolo essere possa raggiungere il suo medesimo risultato: l’Illuminazione.

All’età di 29 anni, dopo aver goduto di ogni gioia terrena, essersi sposato ed aver avuto un figlio, uscì da palazzo per la prima volta e scontrandosi con la realtà della vecchiaia, della malattia e della morte, comprese l’esistenza della sofferenza e di quanto effimera fosse stata la vita vissuta fino ad allora.

Deciso a comprendere l’origine di tutta la sofferenza, lasciò il palazzo reale e dopo 6 anni di vita ascetica, raggiunse l’Illuminazione sotto l’Albero della Bodhi a BodhGaya in India.

Tale albero è tutt’ora esistente seppur rinnovatosi dai suoi stessi semi generazione dopo generazione.


Passò le prime settimane in meditazione solitaria interrogandosi fra le altre cose sul fatto di condividere o meno ciò che aveva compreso con l’umanità, ma quando Brahma stesso lo raggiunse inginocchiandosi ai suoi piedi ed implorandolo di Insegnare a tutti gli esseri, il Buddha acconsentì a tale richiesta.


Si recò quindi a Sarnath vicino a Varanasi e nell’ormai famoso Parco delle Gazzelle Egli compì ciò che viene definito come il “Mettere in moto la Ruota del Dharma” o il “Girare la Ruota del Dharma”.

I preziosi Insegnamenti che diede sono conosciuti come:


  • Primo Giro della Ruota del Dharma, dove mostrò le Quattro Nobili Verità ed il Nobile Ottuplice Sentiero

  • Secondo Giro della Ruota del Dharma, dove spiegò la dottrina della Vacuità

  • Terzo Giro della Ruota del Dharma, dove illustrò il TathagataGarbha, ovvero gli Insegnamenti sulla natura di Buddha presente in ogni essere senziente.

Dopo aver pellegrinato, Insegnato e compiuto miracoli per più di 40 anni, nel 486 A.C. all’età di 80 anni giunse a Kusinagara, dove si sentì male ed ebbe così inizio la sua morte che avvenne fra numerosi fedeli in lacrime ai quali diede l’ultimo Insegnamento prima di abbandonare definitivamente il corpo: “Ricordate, o monaci, queste mie parole: tutte le cose composte sono destinate a disintegrarsi! Dedicatevi con diligenza alla vostra propria salvezza!”


Il Vesak viene celebrato in accordo alle diverse usanze delle rispettive correnti filosofiche buddhiste, con omaggi, preghiere e cerimonie varie.

Va tuttavia ricordato che proprio come il Buddha Stesso suggerì nel Suo Ultimo Insegnamento, l’impegno nello studio e nell’attuazione consapevole di ciò che ne emerge, lo sforzo nell’addestramento alla moralità ed alla comprensione della legge di Causa ed Effetto, rappresentano l’offerta migliore che ogni discepolo possa fare.



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